Non esiste una visione unica di infrastrutturazione sociale. Un mix tra elementi materiali e immateriali che nella loro combinazione prima e fusione poi generano un sistema complesso di sviluppo della persona e dei territori e che ogni organizzazione interpreta con i suoi saperi.
Ma se la valorizzazione delle competenze, del capitale umano, delle relazioni territoriali e comunitarie costituisce un paradigma consolidato, la partita spesso si gioca sul valore attribuito allo spazio fisico. Centri aggregativi, appartamenti, palestre, sale per la formazione, asili e ancora luoghi di accoglienza ed emergenza. Sono tante le mura che il terzo settore fa vivere e che sono intrise dalla vite delle persone che uno dopo l’altra li abitano e li pensano.
Se guardo alle storie, ai progetti e alle esperienze dei centri di Prossimità, dei nodi di rete, trovo che lo spazio fisico dentro e attorno al quale si muove il welfare di Prossimità sia sempre più determinante. Sono quei luoghi ad essere culla e leva del processo di accompagnamento che realizziamo con le persone più fragili. Sedi, mura, sempre più difficili da mantenere, costi che le realtà sociali troppo spesso non si vedono riconosciuti o limitatamente riconosciuti quando si riceve un contributo o un finanziamento. Ambienti necessari perché quello dell’operatore sociale non è un lavoro che può essere gestito appieno in remoto e perché – specie quando si incontrano situazioni di fragilità - sono proprio quegli spazi animati, quei luoghi di prossimità a essere simbolo, motore e spesso punto per ripartire.
Dalla casa al luogo di curarsi, da una sala attrezzata per lo sport al campetto in periferia parte molto del nostro lavoro. E’ un patrimonio che va difeso e sostenuto.
Serve un sentire unitario perché vengano valorizzati, perché sia riconosciuto il valore dell’impegno che richiede il loro mantenimento, di questa necessaria materialità non possiamo farne a meno perché il welfare vive anche delle sue “case” dove trovare cura, bellezza, sicurezza e relazione.
Presidente di Fondazione Èbbene
Elisa Furnari