«A volte parlare e spiegare funziona: bene così, ora bisogna andare avanti. E insistere affinché alle parole seguano i fatti». È il commento di Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, alle (addirittura) tre buone notizie che nelle ultime 24 ore sono piovute sul Terzo settore medesimo.
Le prime due sono altrettanti ordini del giorno per impegnare il Governo a sbloccare i crediti per gli enti non commerciali impegnati nel sociale: «Scelta indispensabile se si vuole evitarne la morte causa crisi post-lockdownn». La terza è il Dpcm sul 5 per mille che in una notte e per così dire a sorpresa, rispetto a quanto molti ormai temevano, è giunto in dirittura d’arrivo se non alla firma: «Altro passo decisivo per fare arrivare al Terzo settore la quota di soldi che gli italiani hanno voluto (e vorranno) donargli con le loro dichiarazioni dei redditi».
Tutto questo a due giorni dall’allarme che la stessa Claudia Fiaschi aveva lanciato sul Corriere e all’indomani dell’ampio approfondimento dedicato agli stessi temi dal quotidiano con un editoriale di Carlo Verdelli.
Gli ordini del giorno approvati in merito ai crediti per il Terzo settore portano in testa le firme, rispettivamente, dei deputati Maria Chiara Gadda di Italia Viva e Stefano Lepri del Pd. Scopo degli odg in questione è quello di risolvere le dimenticanza, diciamo cosi, del Decreto Rilancio che a oggi esclude gli enti «non commerciali» – parliamo di realtà come le Acli o la Lega per la lotta ai tumori, tra tutto una infinità, con un esercito di volontari ma soprattutto con 400mila lavoratori dipendenti – dall’accesso al credito tramite le garanzie del Fondo Pmi: «Una decisione grave due volte – aveva detto Claudia Fiaschi al Corriere – perché da una parte impedisce loro di portare avanti i servizi che già svolgono e dall’altra rischia di vanificare il sostegno futuro che questo decreto pure promette visto che a quel futuro, senza un credito ora e subito, molti non arriveranno».
Ora gli ordini del giorno Gadda e Lepri impegnano il governo a correggere il tiro e a valutare che «nel primo provvedimento utile» l’accesso a tale credito venga esteso appunto a tutti gli enti non commerciali: «È una urgenza che in realtà ci eravamo sinceramente meravigliati di dover segnalare – dice la portavoce del Terzo settore – poiché in precedenza avevamo ricevuto ampie rassicurazioni sul punto. Ma prendiamo atto con fiducia del segnale positivo che ora arriva con questi ordini del giorno e vogliamo sperare, ripeto, che agli impegni seguano i fatti».
Un ulteriore segnale positivo, del resto, è il fatto che sia arrivata al capitolo finale la firma del Dpcm volto non solo a liberare le risorse necessarie ma anche a disciplinare una volta per tutte le modalità per far giungere (e accelerare) il pagamento del 5 per mille al mare di enti e associazioni cui gli italiani l’hanno destinato. La materia è complessa ma può essere riassunta così: allo stato dei fatti c’erano da una parte il Ministero del lavoro già pronto a pagare oltre 40mila enti e l’Agenzia delle entrate ormai in procinto di pubblicarne gli elenchi, con la prospettiva di far avere entro l’anno agli interessati non solo i soldi del 2018 ma anche quelli del 2019; dall’altra però c’era il fatto che senza Dpcm gli enti stessi rischiavano di non prendere nulla nel 2021 perché la consegna del budget 2020 non sarebbe avvenuta prima del 2022. «Naturalmente ora aspettiamo di vedere il testo finale e la firma – mette le mani avanti Claudia Fiaschi – ma essere arrivati a questo punto in un tempo più rapido rispetto a quanto si temeva è un segno di volontà positiva che vogliamo cogliere e che se sarà confermato rappresenta un grande risultato. O perlomeno – conclude – un passo in più nella giusta direzione».