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Fondazione Italia Sociale scalda i motori: così daremo benzina alle non profit

31-01-2020 00:23

Redazione

News, Da Èbbene,

Fondazione Italia Sociale scalda i motori: così daremo benzina alle non profit

L’obiettivo consiste nel creare le condizioni per una larga alleanza tra pubblico e privato a sostegno del non profit

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L’avvio è stato lungo e tortuoso. Destino comune ad altre innovazioni introdotte dalla legge che ha riformato il Terzo settore. Reso complicato dall’assenza di precedenti: primo caso infatti in Italia di un’entità fondata dallo Stato ma costituita come fondazione di partecipazione, con il vincolo di finanziarsi in prevalenza con risorse private.


Ora però la Fondazione Italia Sociale è finalmente operativa ed ha aperto le porte ai primi venticinque partecipanti che, accanto allo Stato, hanno aderito al progetto. Tra questi, aziende nazionali, università, banche, fondazioni culturali e sociali, editori, studi professionali, società di consulenza internazionali. I primi sono entrati poco più di un anno fa, ma la lista si è via via allungata e altre organizzazioni si aggiungeranno presto. Sempre con l’intenzione di chiamare a raccolta contributi provenienti da ambienti diversi. Valorizzando il principio per cui lo sviluppo sociale richiede la partecipazione di una pluralità di soggetti e non può essere un orto chiuso.


Il primo obiettivo della Fondazione (in allegato la governance dell’ente, ndr) consiste appunto nel creare le condizioni per una larga alleanza tra pubblico e privato a sostegno del non profit. Mirando a superare il pregiudizio settoriale che talvolta nel nostro paese ha marginalizzato il Terzo settore come un ambito di minoranza, coltivato solo da addetti ai lavori particolarmente motivati.


L’idea che muove la Fondazione è che a fronte dell’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone e il benessere delle comunità vale una responsabilità collettiva alla quale tutti sono chiamati a partecipare. Per questo motivo, nel primo anno di attività è emersa come priorità un’azione culturale rivolta a rafforzare un sentire comune sui temi del civismo, dell’impegno sociale e della filantropia. Attraverso un lavoro sui "fondamentali": concetti, idee, motivazioni, che guidano e sostengono una visione attiva del bene comune. Nella convinzione che per promuovere il cambiamento sociale c’è bisogno di civic stewardship: serve l’educazione ad un senso civico che non resti confinato nella sfera dei principi o delle buone intenzioni ma si traduca in azioni e progetti.


Programma che non si esaurisce nel breve termine, ovviamente, ma richiede un lavoro strutturato di elaborazione culturale e formazione. Tradotto: l’iniziativa di una civic school sperimentata con la LUISS e che sarà ripetuta su scala nazionale con altri atenei, la pubblicazione dei quaderni di CIVIC dedicati ai temi di prospettiva, un rapporto sul confronto tra filantropia italiana e internazionale (di cui alcune elaborazioni sono riportate in questo numero di VITA) al quale faranno seguito altri contributi di riflessione, e il progetto di un evento nazionale (Be Civic) realizzato con altre fondazioni culturali in uno sforzo comune di coinvolgimento di un pubblico ampio e vario.


Creare consapevolezza è però solo una parte della missione della Fondazione. Il vero banco di prova consiste nella attivazione di meccanismi e strumenti atti a portare risorse aggiuntive al non profit italiano, per la realizzazione di progetti a lungo termine e di respiro nazionale. Progetti di sistema, per contribuire all’infrastrutturazione sociale del paese. Per questo obiettivo Fondazione Italia Sociale si muoverà in tre direzioni. Continua a leggere l’articolo, clicca qui. 
FONTE: Vita non Profit.Â