Il Reddito di Cittadinanza è legge. Il Senato ne ha dato lo scorso 28 marzo, in terza lettura, definitiva approvazione. Per la prima volta nella storia, la povertà è un tema "di serie A" della politica. Mai prima d’ora tante risorse - 8 miliardi l’anno - erano state destinate a ciò. Cristiano Gori, docente all’Università di Trento, è l’ideatore e il coordinatore scientifico dell’Alleanza contro la Povertà, un insieme di 35 organizzazioni che nel 2013 si unirono con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese.
Il Reddito di Cittadinanza è legge: che valutazioni fare?Innanzitutto bisogna sempre ricordare che si tratta di una scelta politica forte a favore dei poveri, che non ha precedenti. Un primo passo era stato fatto dai governi Renzi e Gentiloni, ma questo è un passo di altra portata, come ben si evince dai finanziamenti: da 2 miliardi annui, qui si passa a 8. È doveroso ricordare che per tanti decenni la politica italiana di ogni colore si è ostinatamente rifiutata di prendere in considerazione i poveri: un adeguato investimento pubblico a loro favore è stato richiesto senza esito a partire dagli anni ’80. Nel merito, su molti aspetti ancora stiamo cercando di capire cosa sia esattamente il Reddito di Cittadinanza, occorre studiare meglio una norma oggettivamente complessa. Ci vorrà tempo.
Cosa intende?La norma è scritta in modo estremante complicato - in vari passaggi ai limiti della comprensibilità - e fino alla sua presentazione al Parlamento, a gennaio, è stata elaborata sostanzialmente nel chiuso delle stanze del Governo: si è iniziato veramente a comprendere il disegno della misura solamente a partire dalle audizioni parlamentari di febbraio, quando i vari attori hanno portato dati e analisi. Nelle ultime due settimane, inoltre, sono stati apportati numerosi cambiamenti. Ci sono stati anche problemi con la comunicazione istituzionale, interamente basata sul Reddito di Cittadinanza come strumento di inclusione lavorativa, tanto che lo slogan sul sito anche in questo momento è "una rivoluzione nel mondo del lavoro". In realtà il Reddito di Cittadinanza di oggi è molto più una misura di inclusione sociale di quanto il governo dichiari.
Quali sono le modifiche più apprezzabili?Pensiamo a ciò che il Reddito di Cittadinanza era un anno fa, quando il Governo ha iniziato a lavorarci: era una misura rivolta ai poveri come beneficiari, ma che rispondeva concentrandosi quasi esclusivamente sulle misure di inclusione lavorativa, con un ruolo assolutamente predominante dei Centri per l’Impiego e i percorsi di inclusione sociale dei Comuni relegati in posizione marginale. Era una misura, quindi, basata su una concezione monodimensionale della povertà [...] continua a leggere l’articolo, clicca qui.
Fonte: Vita.it