Questo è il titolo di un articolo uscito su La Sicilia del 12 luglio 2012 che racconta della Fondazione ÈBBENE e dei suoi centri e luoghi di prossimità.
La rete di cooperative del Consorzio Sol.Co. ha unito le forze con altri partner del terzo settore e del volontariato. Con uno scopo in comune, che è diventato anche il loro slogan: "Facciamolo per il nostro bene". Una rete di 200 soggetti, il meglio del welfare siciliano, che danno sostegno a circa 8 mila cittadini e lavoro a oltre 2 mila persone, con una corsia privilegiata a disabili e svantaggiati."L’obiettivo - dichiara il presidente Dino Barbarossa - è di arrivare, entro la fine dell’anno, a 50 mila siciliani serviti da mille strutture, con un impatto occupazionale di almeno 8 mila unità".Questa è una realtà che esiste. "Lo scopo della fondazione - spiega Barbarossa - è promuovere attività di servizio e di solidarietà sociale, con lo scopo di compiere azioni positive e disinteressate a favore di tutti e, in particolare, di coloro che versano in situazioni molto disagiate".Tutto ciò si cala nella realtà con un sistema costituito da due tipi di strutture. La prima è raccontata dai "centri di prossimità". Ovvero: strutture fisiche, in mezzo alla gente, nella forma di sportello aperto al pubblico in grado di accogliere i cittadini fragili, con servizi di aiuti alimentari, servizi sociali, sanitari, educativi, abitativi e occupazionali, consulenza legale, microcredito per famiglie e imprese. E poi c’è un’altra dimensione della vicinanza a chi ha bisogno: i "luoghi di prossimità", "contenitori di iniziative di sviluppo locale e di partecipazione civica - racconta Barbarossa - che diventano punti di riferimento e "motori" per altre iniziative, anche al di fuori del sociale. Un esempio è la villetta "Colline Giovani" di Acicastello, un altro il progetto "Terra Mia" di Ragusa, poi c’è la Fondazione Natività del Signore e le Fondazioni "Don Luigi Sturzo" e "Odigitria".