«Quello dell’Economia Civile non è un modello, ma un paradigma nato in Italia, e precisamente a Napoli e Palermo, da cui si possono ricavare tanti modelli diversi. L’idea di base è che l’economia deve tornare a servire la pubblica felicità, favorire lo sviluppo e quindi la fioritura umana nelle sue diverse forme, contrapposta a quell’economia che punta a massimizzare esclusivamente il profitto».
È racchiuso nelle parole di Stefano Zamagni, docente di Economia Politica all’Università di Bologna e cofondatore della Scuola di Economia Civile, il senso del seminario “Nuovi Modelli Economici per le Imprese e per lo Sviluppo Sostenibile”, promosso da SEC ( Scuola di Economia Civile) , l’AIPEC ( Associazione Italiana Imprenditori per una Economia di Comunione) e Pausania in collaborazione con l’Università di Catania- Dipartimento di Economia e Impresa che si è svolto questa mattina a Palazzo delle Scienze, sede del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania.
Speaker d’eccezione dell’appuntamento, Zamagni ha incantato la platea per quasi un’ora senza prender fiato, toccando svariati argomenti: dall’utilitarismo al paradosso della felicità, dal PIL ai beni relazionali, dalle recentissime ricerche sulla solitudine come causa di mortalità alla responsabilità sociale delle imprese e all’etica degli affari, fino alla necessità di sfatare il mito che per essere vitali e competitivi si deve esclusivamente generare solo profitto. «Quello che conta, oggi, è la creatività. Ma serve che le persone vengano trattate come persone, non come macchine. È nostro interesse avere delle teste pensanti, portatrici di conoscenze».
«L’Università è orgogliosa di ospitare iniziative come questa, di ampio prestigio – ha detto Roberto Cellini, Direttore del DEI, nelle vesti di padrone di casa - La sostenibilità si declina in molte dimensioni e di questo non devono esserne consapevoli solo gli operatori, ma anche i nostri studenti, che attraverso momenti come questo speriamo possano rafforzare la loro preparazione e sensibilità».
La mattinata è andata avanti tra buone pratiche e casi studio. La Prof.ssa Agata Matarazzo ha presentato gli strumenti che un’azienda ha a disposizione per certificare e comunicare i propri sforzi nell’ottica della sostenibilità ambientale e sociale, le normative di riferimento e le certificazioni in economia circolare e inclusione sociale, per poi dare la parola al Dott. Gaetano Giunta, che ha condiviso con la platea l’esempio di Fondazione Me.S.S.In.A., MECC S.C. impresa sociale e Birrificio Messina «Mutamenti climatici e diseguaglianze, che hanno ormai da tempo superato quella soglia di prossimità necessario persino per lo sviluppo economico del territorio, impongono nuovi paradigmi della conoscenza economico-sociale. La Fondazione Messina non finanzia piccoli progetti ma policy, che sono intrecciate rispetto a due grandi snodi del contemporaneo: la necessità di contrastare il mutamento climatico e le diseguaglianze».
Al Prof. Pierluigi Catalfo il compito di presentare il secondo caso studio, quello di Management Technologies srl. «L’introduzione dell’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie e tutto il sistema che ruota attorno a questo minacciato promesso taglio di risorse umane all’interno delle imprese possono essere considerati come germi di un altro modo di vedere l’economia al servizio dell’uomo, basato sulla coscienza, in un contesto in cui il valore diventa anche il valore persona». E pionieri di questo modo di pensare sono proprio il Dott. Fabio Bruno e il team di Management Technologies. «Sin dalla sua nascita, 12 anni fa, la nostra azienda è vocata alla condivisone di diversi fattori: competenze, risorse disponibili, difficoltà. Sposiamo l’idea di Economia di Comunione di Chiara Lubich e mettiamo in pratica questo principio nella nostra piccola azienda nata nel 2009, in un momento storico di crisi, nell’entroterra siciliano. A piccoli passi abbiamo avuto una solida crescita non solo di fatturato e di utili, ma anche di relazioni. Perché un’azienda sana è un’azienda per cui l’economia è incentrata sulla persona e non sul capitale».
Il terzo round vede protagonisti la Prof.ssa Melita Nicotra e Davide Capodici, referente AIPEC Sicilia e Consorzio Sol.Co. «È importante portare al centro dell’attenzione le buone pratiche, sia delle imprese sociali che di quelle for profit – ha detto la prima -. Economia civile fa rima con capacità di produrre beni relazionali e la sostenibilità sociale è importante quanto quella economico finanziaria». «Il Consorzio Sol.Co., nato 28 anni fa, è stato un grande esperimento di innovazione sociale dove la logica della rete di alcune cooperative ha prevalso sull’individualismo, riuscendo a generare il primo distretto produttivo delle politiche sociali in Sicilia - ha spiegato Davide Capodici nel suo intervento -. Ancora oggi Sol.Co. è una realtà viva, motore trainante di innovazione sociale. I progetti e le attività che mettiamo in campo, infatti, sono sempre volte alla ricerca del modello migliore sia per lo sviluppo umano delle comunità sia per quello economico territoriale delle imprese». Anche Aipec, Associazione Italiana Imprenditori per una Economia di Comunione, tra i promotori dell’evento, è convinta che un nuovo tipo di economia sia la via giusta per porre rimedio ai danni del passato. «Ce lo dice Papa Francesco con Economy of Francesco – ha detto in conclusione Capodici - e Aipec in Sicilia patrocina queste iniziative per stimolare i giovani, specialmente imprenditori, a una nuova cultura economica che non sia basata solo sul consumismo».