“Salute al nuovo anno” non è solo un augurio per l’anno che sta per iniziare. È un richiamo programmatico, che vuole dare concretezza alla parola "salute", perché c’è davvero l'urgenza di dare una svolta radicale alle politiche sanitarie nel nostro Paese. Questa la sollecitazione ribadita ieri dall'associazione "Prima la comunità" nel corso di un evento in diretta streaming cui hanno preso la parola oltre 30 personalità da tutta Italia e in rappresentanza di vari mondi: dall'associazionismo alla medicina, dalla politica all'università, dagli enti locali ai sindacati.
Il messaggio è stato lanciato dall'Adriano Community Center di Milano, attualmente operativo come "Covid Hotel", scelta simbolica perché accoglie persone Covid-positive che non hanno la possibilità di fare la quarantena presso il proprio domicilio, ma anche un luogo che ospita, e ospiterà, persone fragili.
Un esempio di quella che è una delle proposte forti di Prima la comunità, ovvero quelle "Case della comunità" come luoghi di prossimità e prevenzione, dove creare alleanze tra i vari soggetti, con i loro saperi e le loro specifiche competenze: dall’ente locale a quello del terzo settore, dal sistema educativo a quello economico. L’obiettivo è mettere al centro la persona e lavorare al suo benessere globale, con un’attenzione non solo alla salute fisica, ma anche alle politiche del lavoro, della casa, alla cultura.
L'incontro "Salute al nuovo anno" ha raccolto e rilanciato l'appello "Uno schiaffo alla sanità pubblica, briciole alla salute della popolazione”, che hanno lanciato cinque associazioni per la difesa della sanità pubblica (Salute Diritto Fondamentale, SOS Sanità, Saluteinternazionale.info, Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo e Lisbon Institute of Global Mental Health) e che denuncia come nella bozza del PNRR - Piano Nazionale di Ripresa, presentata dal Governo, le risorse destinate al comparto sanitario - 9 miliardi sui 196 totali assegnati all’Italia tramite fondi UE - siano assolutamente insufficienti.
Dalla piazza virtuale, cui si sono collegate circa 300 persone, Prima la comunità ha riaffermato la necessità di una riforma sanitaria accompagnata da un autentico cambiamento culturale, oltre la logica delle prestazioni e del mercato.