Hanno scelto l’Italia per dare un futuro ai loro quattro figli, l’ultimo nato lo scorso agosto. Adnan e Motiaa, profughi siriani di Aleppo di 49 e 45 anni, sono arrivati nel Salento nel 2017 grazie ai corridoi umanitari di Unhcr, Oim e Caritas e accolti nel Sai del comune di Tiggiano, in provincia di Lecce. Dove hanno scelto di rimanere e di acquistare, dopo tanti sforzi, una casa dove vivere con i loro figli di 21, 18 e 15 anni.
«Li abbiamo sempre seguiti, con Massimo Buccarello, e siamo orgogliosi e soddisfatti del risultato raggiunto oggi – racconta Vito Ferraro della Cooperativa IPAD Mediterranean, finanziata dal progetto Welfare di Prossimità promosso da Fondazione Èbbene, Fondazione di Comunità San Gennaro e Collegio del Mondo Unito e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
«Conclusa l’esperienza al Sai hanno vissuto in affitto – aggiunge Ferraro - il marito ha iniziato a lavorare come imbianchino, uno dei figli studia alle Superiori e gli altri due si sono dati da fare per aiutare il padre».
L’obiettivo? Integrarsi in un territorio in cui si sono sempre trovati bene, innanzitutto. E con i sacrifici che hanno fatto in questi anni sono riusciti – con il supporto della Caritas, della Fondazione De Grisantis e della Fondazione Migrantes della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, in Puglia - ad acquistare una casa per la loro famiglia.
Una storia a lieto fine, quindi. Che, però, non deve farci dimenticare di tutti coloro che arrivano nel nostro Paese e hanno bisogno di aiuto, supporto, di qualcuno che li ascolti. E che, come loro, sognano una casa e un futuro, semplicemente, oseremmo dire, normale.