A Torino batte forte il sole dell’estate in Prossimità, scalda i cuori e accende speranze e prospettive di futuro. I raggi che diramano questa energia e la fanno arrivare dritta alle persone sono gli operatori dell’Aps AICS Torino, nodo di Prossimità di Fondazione Èbbene. Tante le attività portate avanti durante l’anno, un lungo percorso di cui l’estate rappresenta, in alcuni casi, solo il culmine. Ne è un esempio il progetto dedicato alle famiglie che si trovano in povertà e disagio economico di ridistribuzione di spesa fresca, frutta e verdura, raccolta dagli invenduti dei mercati. Due gli appuntamenti settimanali, in due diverse sedi: il martedì nel Tempio dei Valdesi e il giovedì negli Spazi di connessioni creative.
Non solo. L’Aps porta avanti un’attività approfondita con famiglie e singoli individui che hanno risorse proprie, e che quindi non sono ai margini, su cui poter lavorare per uscire dalla povertà, come racconta Annamaria Battista, già presidente di AICS, counselor e consulente di bilancio di competenze. «Il progetto mira a lavorare all’autonomia e all’impresa. Anche tra le persone più fragili e impoverite ci sono alcuni “coraggiosi” che hanno buone idee e che se supportati e sostenuti possono arrivare ad aprire la propria impresa, uscendo dal giro infernale di passare da un tirocinio all’altro senza costruire una professionalità spendile sul mercato. Con loro facciamo un percorso di counseling e bilancio di competenze calibrato in base alla situazione e alla persona, sfruttando le tante opportunità che la città di Torino offre per aiutarli a riconoscere qual è il loro vero desiderio. Perché nel tempo lo hanno dimenticato, lo hanno messo da parte, non lo ascoltano più, essendo sempre mossi dall’emergenza».
Capite le potenzialità di ognuno, poi, l’Aps utilizza tutto quello che il mercato offre per attivare un percorso di formazione specifica per portare le persone dove vogliono andare. «Abbiamo un budget di inclusione per progetti individualizzati. C’è una brava truccatrice, per esempio, a cui abbiamo comprato una postazione trasportabile professionale per portare avanti la sua attività e stiamo lavorando per darle un credito per aprire un negozio, in modo da creare un’impresa vera e propria. Stiamo anche accompagnando un’altra donna, che ha 40 anni e due figlie ed è diventata mamma quando aveva 16 anni, a seguire il suo desiderio: lavorare nel mondo del turismo. Nonostante le difficoltà è riuscita a prendere un diploma turistico. Siamo partite da lì per capire cosa voleva fare e stiamo facendo di tutto per permetterle di iscriversi a un corso specializzato sul turismo per le aree interne». Così AICS si è attivata per prepararla al meglio al superamento del test di ingresso iscrivendola a un corso di inglese, mettendole a disposizione due insegnanti, fornendole la rete Internet per utilizzare le piattaforme digitali.
E ancora, nel calendario estivo di AICS c’è stato un appuntamento speciale all’interno del progetto Traiettorie generative di vita: un pic-nic al parco dove l’Aps ha invitato tutte le persone che segue, ormai più di 100, per conoscersi meglio e stringere un rapporto che vada oltre quello di assistente e assistito. «Lo abbiamo chiamato Pranzo Comunità Nutriente perché per noi la comunità nutre non solo dal punto di vista del cibo in senso stretto, ma anche e soprattutto da quello relazionale, che è l’aspetto più importante».
Spazio anche ai giovani con il progetto Prospettive di partecipazione per un Welfare di Comunità, laboratori esperenziali e sportivi e le attività di gruppo proposte a ragazzi e ragazze dai 17 ai 23 anni e finanziati da Ebbene attraverso il progetto Welfare di Prossimità. «Abbiamo pensato per loro a dei laboratori di fotografia, video making, scrittura creativa e radio, ma anche allo sport con il torneo di beach volley e allo svago andando alle mostre e ai concerti tutti insieme». Il gruppo ha infatti seguito il Flower Festival con la radio per documentare l’evento ed è riuscito persino a interagire con gli artisti. «Possono venire tutti i giorni e frequentare il laboratorio che preferiscono. I docenti sono giovani che hanno competenze da condividere con chi è meno fortunato – spiega Annamaria Battista, che aggiunge: lo scopo è partecipare e riattivarsi, costruire relazioni, avere il piacere di frequentare luoghi pubblici e di fruire di ciò che la città offre a chi, spesso, non trova il coraggio di uscire da casa nascondendosi dietro un banale “Non c’è niente da fare”».