In via Federico Delpino, nella periferia sud di Catania, si respira aria di inclusione. È al civico 10 che è stata inaugurata oggi La Meta, un nome non casuale ma scelto per narrare come i percorsi di inclusione, integrazione e autonomia abbiano bisogno di obiettivi da raggiungere, strade da percorrere.
Proprio come sottolinea l’Assessore ai Servizi Sociali, Giuseppe Lombardo, La Meta «è l’esito di un lavoro intenso, frutto di una preziosa collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Direzione Manutenzione, Catania Multiservizi, l’Enpa di Catania e il privato sociale, Fondazione Èbbene, Mosaico e Croce Rossa Italiana - Comitato Catania, che ci ha permesso, ancora una volta, di compiere un passo decisivo nel rendere i Servizi Sociali innovativi e pensati per i più fragili. La Meta non è soltanto un semplice dormitorio, ma è un luogo di accoglienza e inclusione nel quale le persone troveranno un posto per dormire, un servizio docce ma soprattutto dei percorsi di vita che le riconnettono al territorio, fino a raggiungere una piena autonomia».
Da Bene confiscato alle Mafie, la struttura è stata rigenerata con i fondi del FEAD – Fondo di Aiuti agli Indigenti, Pon Inclusione. Venticinque saranno i posti letto tra via Delpino e via La Marmora, struttura già operativa a Catania. Nella nuova struttura ci sono già i kit igienici donati dall’Unità di Strada, progetto Radici, e le cucce per i cani delle persone senza tetto, rese disponibili grazie alla generosità dell’Enpa di Catania.
«Una giornata preziosa, quella che stiamo vivendo – ha aggiunto Michele Cristaldi, assessore ai beni confiscati, presente all’inaugurazione della struttura insieme a Serena Spoto, Presidente Catania Multiservizi –. Sui beni confiscati l’Amministrazione Comunale ha sin da subito messo in campo iniziative intense per dimorare che abbiamo l’obbligo e la responsabilità di essere costruttori di legalità in una società civile».
Legalità, quindi, ma anche storie che sanno già di riscatto. Come quella che portano con sé i custodi della nuova struttura: prima senza tetto, oggi grazie al percorso di inclusione sociale e lavorativa che Mosaico, Centro di Prossimità di Èbbene, ha costruito per loro, saranno i custodi della struttura in via Delpino.
«Ogni giorno incontriamo persone che vivono in condizioni di estrema povertà e le accompagniamo verso un percorso di autonomia – ha affermato Edoardo Barbarossa, Presidente della Fondazione Èbbene -. Il bisogno abitativo è il primo passo per la costruzione di un progetto di vita più ampio, che riguarda la formazione, l’orientamento lavorativo, ma anche l’opportunità di sentirsi energia per il territorio in cui si vive. La storia dei nuovi custodi di via Delpino racconta tutto questo».
Dalla strada alla casa per costruire un futuro. Questo il terreno comune di un progetto che guarda all’inclusione delle persone, a chi ha bisogno di riconnettersi con una Comunità che non lascia indietro nessuno. Le persone che vivranno in struttura saranno filtrate dagli operatori dell’Unità di Strada (progetto Radici), realizzato dal Comune di Catania con il Consorzio Sol.Co. e Mosaico. Ma vogliamo coinvolgere la rete cittadina delle realtà che si occupano delle persone senza dimora e cercheremo con tutte un dialogo costruttivo, per rendere via Delpino un luogo vitale e plurale, che punti alla piena dignità di ogni persona, in un approccio di prossimità.
«Spesso si pensa che rispondere ai bisogni delle persone senza una casa sia semplicemente dare loro un tetto – ha concluso Stefano Principato, Presidente della Croce Rossa Italiana, Comitato di Catania -. È la costruzione di un progetto di vita attorno alle persone, ai loro desideri, alle loro ambizioni la vera rivoluzione. Ecco perché proprio in struttura offriremo servizi sanitari e screening quotidiani su misura per far sì che il diritto alla salute e al benessere complessivo siano sempre messi al centro».
In Via Delpino spazi e servizi pronti in quella che sa tanto di sfida sociale e culturale.